Anche oggi una recensione per Viverealtrimenti

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Anche oggi una recensione per la Viverealtrimenti Editrice, questa volta del mio primo testo di Fiction, Un giardino dell’Eden.
Ringrazio pubblicamente l’amica Elisa Caprarella per averla scritta e fatta pubblicare sul quotidiano Italia Sera.

Alla ricerca del paradiso perduto.

Tracciare percorsi di vita come linee di congiunzione da un luogo all’altro dell’esistenza alla ricerca del proprio io trova nel linguaggio narrativo una delle soluzioni più indicate ed efficaci. Fare chiarezza nel proprio essere, discernere il bene dal male è lo scopo primario di ognuno nel cercare il senso della vita. Questo il tema centrale del romanzo di Manuel Olivares Un giardino dell’Eden (Edizioni Vivere Altrimenti). Tutto inizia con la fine della storia d’amore tra il protagonista Siddharta, traduttore che vive della rendita del suo appartamento di Roma e Camelia, anticonformista e rivoluzionaria. Siddharta figlio di due hippies, e di una consolidata e benestante borghesia occidentale, entra in crisi e intraprende un percorso di conoscenza interiore e di crescita alternativo agli standard convenzionali. Inizierà a viaggiare per il mondo alla ricerca di se stesso, della verità e di quel paradiso perduto che solo l’amore può realizzare. Tuttavia non sceglie liberamente questo percorso, che comunque non si addice completamente al suo vero sentire, ma si ritrova in determinate realtà, talvolta eccessive, suo malgrado. La storia con Camelia gli procurerà grandi gioie e grandissimi travagli interiori. Proprio questo incontrollabile sentimento lo porterà a indefinite solitudini, a conoscere il dolore, la disperazione e persino alla negazione del bello e della vita stessa per certi aspetti. Siddharta è alla ricerca disperata della pace interiore, dell’equilibrio della sua smembrata anima continuando a perdersi nella dilagante e devastante disperazione che lo accompagna fedelmente da quando quella relazione si è conclusa. Per quanto possa viaggiare e sperimentare stili di vita diversi e alternativi, cercando di trovare un equilibrio nella sua vita, non riesce a dimenticarla. Camelia è il suo “Giardino dell’Eden”, ovvero una felicità precaria e instabile, sicuramente non duratura. Ma questo sarà lo stimolo per la ricerca della vera conoscenza che lo porterà nella mistica India ove il tempo è sospeso e tutto si muove con la lentezza che gli permetterà infine di riflettere sui misteri dell’esistenza. Il viaggio e il suo approdo, così contrastante al vivere quotidiano, è anche evasione dal reale, dalla memoria, dalle responsabilità, senza mancare di essere voglia di conoscenza e pace.

E.C.