Ecovillaggio di Basilico/Corricelli

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«Basilico è un’associazione di volontariato che ha come scopo il benessere della persona e la salute dell’ambiente e si propone di progettare ecovillaggi, insediamenti duraturi dove condividere la ricerca e la pratica di uno stile di vita sostenibile».

 

Da circa quindici anni l’associazione sta portando avanti il progetto, di ecovillaggio, Corricelli.

Questo coinvolge circa 10 persone che stanno tentando di valorizzare al massimo un ettaro di terra in proprietà collettiva su cui si trovano una colonica con degli annessi. Gli edifici sono in corso di ristrutturazione con progetto approvato dal comune, di appartenenza, di Cantagallo. Nell’ambito dello stesso progetto sono state fatte esperienze di autocostruzione utilizzando legno e paglia.
In assenza, al momento, di alloggi in pietra ristrutturati ed agibili è stata, sin dai primi tempi, costruita una sorta di palafitta, cui è stato dato il nome di Basilica.
La Basilica, ospitando la cucina ed il tavolone dei pasti comuni, è diventata il cuore della vita comunitaria
Per il resto, ciascuno ha un proprio spazio individuale: una tenda, una roulotte o una casa di paglia.
Per i bisogni fisiologici viene utilizzato un compost-toilet ed è stato approntato uno spazio-doccia pur non potendo disporre, al momento, di acqua calda.
Uno degli obiettivi principali dell’associazione è valorizzare quanto più possibile l’agricoltura sinergica, non solo attraverso la creazione di orti sul proprio territorio e su quello di altre realtà comunitarie (ad esempio nella Comune di Bagnaia) ma anche attraverso l’organizzazione di conferenze, corsi e seminari.
Una cosa che mi ha colpito, in visita a Basilico alcuni anni fa, è stata la discreta eterogeneità anagrafica dei membri ed un’armonica intergenerazionalità, con tracce di famiglie (un figlio o due figli con un genitore) ben integrate nel tessuto comunitario, spartano e libertario.
Lasciando spazio ad un bel excursus storico, ripreso dal sito dell’Associazione, giunge il momento “di cominciare a pensare più concretamente a un progetto di recupero di tutto il complesso”:

«…attività che farà un balzo avanti nella primavera del 2006, grazie all’incontro con l’architetta Maria Luisa Bisognin, segretaria dell’Accademia Italiana di Permacultura. La sintonia sugli obiettivi è totale: conservare rinnovando, cioè mantenere inalterata la fisionomia del borgo, adattandosi però alle mutate condizioni, soprattutto per quanto riguarda l’impoverimento dal punto di vista della biodiversità, della stabilità del territorio, della disponibilità di fonti di energia: situazioni che si presentano ben diverse oggi, rispetto all’epoca di costruzione di Corricelli (1500-1850). Oggi non è possibile pensare di riscaldarsi grazie alla presenza delle stalle al piano terra, perché il pascolo ha gia fatto troppi danni nella zona, o di bruciare legna in quantità, perché i boschi circostanti sono già stati anche troppo sfruttati, in questi anni di mancata gestione, dopo l’abbandono. Dobbiamo creare una casa “passiva” dove convogliare il calore solare, attraverso coibentazione, creazione di serre termiche, uso dei pannelli solari, come prescrive l’architettura bioclimatica. Usare le differenti esposizioni per riscaldare e refrigerare, a seconda delle stagioni: quindi impianti minimi per il riscaldamento, nulli per la refrigerazione, che può essere sostituita dall’uso di ombreggianti naturali come pergole e rampicanti. Anche i rifiuti saranno compostati e riciclati e le acque di scarico saranno fitodepurate e riutilizzate per l’irrigazione. Vogliamo creare un sistema a cicli chiusi, imitando la natura e abbattendo i consumi e gli scarti, utilizzando esclusivamente energie rinnovabili e i materiali da costruzione reperibili sul luogo.
Per quanto riguarda poi la sistemazione del terreno pensiamo a un recupero delle funzioni preesistenti, favorendone il consolidamento.
La struttura portante (muretti a secco) delle terrazze è distrutta, a causa dell’erosione e del peso degli alberi. Le terrazze vanno piantumate con piante perenni cespugliose per formare siepi sul lato dello sbalzo, e con alberi da frutta sul lato interno. In questo modo si rende stabile il terreno e contemporaneamente si crea un sistema orto-frutteto.
Tutta la fase di progettazione del recupero, per poi arrivare a presentare gli esecutivi in Comune, viene vissuta come un’esperienza collettiva di studio, “tutorata” da Maria Luisa che essendo già diplomata in Permacultura, ha accettato di condurre un’esperienza di progettazione partecipata col gruppo che dovrà abitare Corricelli, anziché limitarsi al ruolo professionale di architetto. Tutto questo, se pure allunga i tempi, ci dà modo di vivere in presa diretta il processo di insediamento, dando enfasi all’importanza del percorso rispetto a quella dei risultati. Allo stesso tempo abbiamo modo di praticare il metodo del Consenso su decisioni che avranno effetti duraturi per noi umani e per il territorio e che sono perciò fondamenti del progetto.
Nell’estate 2007 si dà il via alla costruzione di un annesso importante per il cantiere di ristrutturazione del borghetto: la falegnameria. La tecnica scelta è quella della carpenteria a incastro perfetto, nella quale non siamo esperti, così chiamiamo un maestro, Angelo Todisco, sotto la cui guida perfetta in 10 giorni riusciamo a tirare su la struttura portante. Dieci fra i più bei giorni della storia di Corricelli, per la ricchezza di questa esperienza vissuta soprattutto attraverso le mani: mani che hanno imparato a utilizzare attrezzi tradizionali, a lisciare tronchi, a fabbricare arnesi e chiodi di legno, a manovrare grossi pesi solo con l’uso di corde, a realizzare un’opera di grande valore artigianale senza neanche un wat di corrente e senza macchinari. Una grande soddisfazione e un grande senso di riappropriazione delle competenze e abilità innate.
…e alla fine dell’anno finalmente otteniamo l’autorizzazione a iniziare i lavori di ristrutturazione sul più piccolo dei corpi di fabbrica del borghetto.
Anche l’estate successiva vedrà l’inizio di un’altra bella costruzione: la seconda casa di Paglia, chiamata “di Mario e Majka” i due amici che hanno dato un grandissimo apporto progettuale, di ricerca di materiali da riutilizzare, di impiego di energie di lavoro e di risorse economiche, a questa nuova impresa.
Di nuovo in queste estati intense molti amici e soci collaborano a queste esperienze di auto-costruzione e di apprendimento di tecniche semplici e accessibili che ci riportano da un lato al senso di autonomia nella gestione dei bisogni e dall’altro alla scoperta del gruppo come organismo creativo e potente.
Nel 2009 cominciamo a sentirci pronti per iniziare una piccola esperienza di allevamento, per far spazio ai compagni di strada diversi, e nasce il pollaio. I polli sono per ora gli unici a Corricelli, ad abitare una casetta con tetto di tegole. Il pollaio è iniziato con due galine e un gallo, Sigfried, che hanno dato luogo a diverse generazioni di pulcini. Evidentemente l’ambiente è favorevole al recupero della naturalità, nel loro caso della cova spontanea e delle nascite naturali. Questa piacevole compagnia dei polli ha aperto la strada alle api, che sono poi arrivate nella primavera 2010: la raccolta di miele del primo anno è stata molto incoraggiante, sia quantitativamente che qualitativamente, grazie alla ricchezza della flora di Corricelli.
La vegetazione infatti è ricca di erbe spontanee officinali e commestibili e di arbusti produttivi: prugnolo, rosa canina, corniolo, sambuco, mora di rovo, biancospino, edera, oltre agli alberi di acacia e di castagno.
Oltre al miele, abbiamo cominciato anche a fare attività di trasformazione per autoconsumo di queste essenze in marmellate, liquori, tinture e tisane; probabilmente molte delle piante presenti ha valore anche per la tintoria, ma questo è un campo di indagine ancora da avviare.
Oltre che per tutte queste attività di costruzione, formazione, trasformazione, relazione, Corricelli ha dato impulso anche a progetti che vanno oltre il suo territorio e la sua realtà, come il progetto per il recupero del Borgo di Mezzana e quello di Valbisenzio in Transizione, che hanno visto impegnato il gruppo dei residenti, oltre a molti soci di Basilico…
Il gruppo dei residenti comincia ora a sentire il bisogno di una forma giuridica che riconosca e rappresenti la piccola comunità intenzionale che sta condividendo a Corricelli la vita quotidiana, e che dia alla proprietà degli immobili una veste comunitaria. Nel 2014 nasce quindi “Corricelli”, un’associazione di promozione sociale che acquisisce in enfiteusi perpetuo il diritto reale sulla proprietà del borgo e dei terreni».

All’interno dell’associazione le decisioni vengono prese utilizzando il metodo del cerchio, mutuato da alcune tribù di nativi nord-americani ed utilizzato anche nell’ecovillaggio di Upacchi e nella Confederazione dei Villaggi Elfici.
È questo un buon antidoto alla cristallizzazione di forme più o meno esplicite di potere, in quanto offre l’opportunità a tutti i membri, seduti naturalmente in cerchio, di esprimersi senza limiti di tempo.
È sufficiente che ciascuno aspetti pazientemente il proprio turno, ovvero che arrivi nelle sue mani il “bastone della parola”, carico di significato simbolico.
Al metodo del cerchio tende ad essere connessa la ricerca di una decisionalità il più possibile unanime.
Sul versante economico, il gruppo si è dotato, dall’inizio, di una cassa comune.
A Basilico sono benvenuti volenterosi sostenitori del progetto, benché non sia ancora possibile adottare la formula dello scambio lavoro e venga gradita una minima partecipazione alle spese.
Per aggiornamenti sulle attività dell’associazione può essere utile visitarne, periodicamente, il sito.

 

Strada Vicinale di Corricelli, 18
59025 Cantagallo (PO)
Tel.: 333-9821475; 333-4360261
Email: anjama@iol.it
Sito web: www.associazionebasilico.org

 

Per approfondire il fenomeno comunitario

 

Quindici anni di studi — in biblioteca e sul campo — sul vivere insieme.
Il quarto di una fortunata serie di testi sull’universo comunitario, ogni giorno più multiforme. Un excursus che, dalle prime comunità essene, giunge alle contemporanee esperienze di cohousing tentando di non trascurare nessuno: esponenti radicali della riforma protestante, socialisti utopisti, anarchici, hippies, kibbutzniks, ecologisti più o meno profondi, new-agers, cristiani eterodossi, musulmani pacifisti e altro ancora.
Una mappatura ragionata — su scala italiana, europea e mondiale — di gruppi di persone che abbiano deciso di condividere, in vario modo, princìpi, ambienti, beni di vario genere e denaro, di comunità sperimentali — spesso ecologiste — dove si sondino le suggestive sfide di uno spazio vitale comune.

 

Manuel Olivares, sociologo di formazione, vive e lavora tra Londra e l’Asia.
Esordisce nel mondo editoriale, nel 2002, con il saggio Vegetariani come, dove, perchè (Malatempora Ed). Negli anni successivi pubblicherà: Comuni, comunità ed ecovillaggi in Italia (2003) e Comuni, comunità, ecovillaggi in Italia, in Europa, nel mondo (2007).
Nel 2010 fonda l’editrice Viverealtrimenti, per esordire con Un giardino dell’Eden, il suo primo testo di fiction e Comuni, comunità, ecovillaggi.
Seguiranno altre pubblicazioni, in italiano e in inglese, l’ultima e di successo è: Gesù in India?, sui possibili anni indiani di Gesù.

 

Leggine l’introduzione

 

Prezzo di copertina: 16.5 euro

 

Disponibile anche in formato Kindle