La storia di Giacomo: cuoco on the road

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Giacomo —  classe 1982 è un ragazzo di Venezia laureato in storia asiatica. Da anni trascorre tre mesi all’anno in Asia e quest’anno ha deciso di “esagerare”. Ci siamo conosciuti a Goa e lui era “nomade” da circa 8 mesi (felicemente accompagnato da una ragazza coreana naturalizzata americana), progettando di fare del viaggio, per un cospicuo periodo di tempo, il proprio stile di vita abituale. Qui alcune sue esperienze, in particolare di un breve ma intenso soggiorno di lavoro in Iran. Questa intervista è i Giugno 2008, dunque un po’ data ma non per questo meno interessante.

 
 
 

In questi anni dove sei stato in Asia?

Sono stato due volte in India, due volte in Nepal, due in Iran poi sono stato per caso in Qatar e nell’ultimo anno sono stato anche in Siria, Israele, Giordania, Turchia.

 

Vuoi raccontarmi il succo di queste esperienze?

La prima esperienza, in Nepal, è stata bellissima, non esattamente spirituale perchè non sono spirituale come persona, più che altro è stata un’esperienza culturale perchè non avevo ancora visto nulla di così diverso. Avevo viaggiato, ero stato in Russia, in Europa, in Marocco ma una diversità così profonda non l’avevo mai incontrata. Quindi mi ha dato molto da questo punto di vista.

 

Rispetto a quello che hai studiato cos’hai trovato sul campo?

Sul campo ho trovato molto ma non da queste parti (in India). Ho trovato molto di più in Medio-Oriente. È una bella zona del mondo, ingiustamente trascurata. Ho trovato che ci sono molte simiglianze ma anche molte diversità. Ho trovato un mondo molto più rilassato e meno estremo di quello che ci vorrebbero dipingere, con alcune eccezioni. Ad esempio il governo iraniano. In Iran ero stato una volta per curiosità, per un mese e mezzo, in marzo-aprile 2007. Ho conosciuto gente che aveva un albergo e mi ha invitato a ritornare per lavorare lì e così ho fatto. Quest’anno sono ritornato ed ho lavorato due mesi, in cucina. Stavo in una città non troppo grande e non troppo piccola: Yazd, esattamente il centro geografico dell’Iran. È una città molto bella perchè è l’unica che si conserva, conservando il centro storico. Potrebbe sembrare quasi la mia città, al di là del fatto che non è sull’acqua.

È una città di deserto ma è tutta strade, stradine, calle e campielli. Stando lì a vivere, l’esperienza è stata decisamente diversa dal viaggiare. Ho visto cosa significhi vivere in un paese che, pur in presenza di alcuni punti di contatto, è davvero distante dall’Europa. Da questo punto di vista è stata una grande esperienza. Avrei potuto restare, se fosse stato per chi mi dava lavoro ma, a dire la verità, alla fine del secondo mese cominciavo a sentirmi realmente oppresso perchè la vita è dura, in particolare se si viene dal cosiddetto mondo libero. L’India non è esattamente il paese dove puoi fare quello che vuoi, come da noi ma arrivando qui dal Medio Oriente si sente davvero un senso di liberazione. Il Medio Oriente è duro, non solo per la gente ma anche per il paesaggio, la costruzione delle città. L’India ha colore, il Medio Oriente ha il colore del deserto ma è un luogo nero. Anche i vestiti delle persone, vedendole per strada. Sembra quasi che l’allegria sia bandita da certi luoghi. A volte, quando si va in posti con molte donne, sembra di stare in una sorta di mare nero. Tutte vestono in nero. L’atmosfera in sé è oppressiva. Anche in una città come Yazd che è color oro, color rosso (e potrebbe anche fare allegria) come la gente si muove, fa un passeggiata, avverte una sorta di inquietudine, è una cosa molto particolare. È un’oppressione estesa, talmente vasta che non si limita solo alla politica. Si infila nel letto della gente. Si infila nella mente delle persone un concetto di peccato talmente tremendo che l’Italia degli anni Sessanta fa ridere al confronto. Esistono poi luoghi con ancora una sorta di libertà, delle “bolle di sapone”, sempre guardandosi le spalle naturalmente, ad esempio nelle stazioni sciistiche a nord di Teheran o la zona settentrionale della capitale dove vive la ricca borghesia iraniana e nelle case ancora si può trovare qualcosa ma il regime vigila, sempre, dovunque. A me la polizia politica è venuta a farmi domande, cosa avevo intenzione di fare, se avevo intenzione di cambiare la loro cultura. Ho risposto: io cucino la pasta, non voglio cambiare la cultura di nessuno. Finito il mio visto, vado via! Quando hanno avuto questa risposta sembravano soddisfatti. Non amano l’idea di stranieri che restino a lavorare e vivere lì e sembra che anche in India non la amino molto. Per quanto l’India ha il grande vantaggio di essere una democrazia. Credo sia abbastanza oggettivo che tra Istanbul e Seul c’è una sola democrazia ed è l’India! Quale altro paese in Asia è paragonabile all’India per libertà di espressione? Ci sono la Turchia, la Corea del sud ed il Giappone, oltre all’India. Tutti gli altri sono più o meno velate dittature…

 

Hai voglia di tornare a parlare dell’Iran?

La prima volta sono andato da Istanbul, da febbraio ad aprile 2007, tutto via terra. Ho girato tutto il paese, dalle città principali a molti villaggi ed il Kurdistan. Rispetto ad allora oggi sono aumentati i prezzi. L’inflazione è galoppante, causa sanzioni.
Esteticamente parlando, l’Iran può essere un paese noioso, nel senso che per chilometri e chilometri, da Teheran fino all’estremo sud è tutto un altipiano desertico. Le città, almeno le città grandi, hanno sempre qualcosa di bello ma nel complesso sembrano città sovietiche. Sono città grigie se si esclude Yazd. Teheran è la più brutta capitale che abbia mai visto. E’ tetra ed è l’unica capitale al mondo dove, alle 9 di sera, non c’è più un cane in giro. Tuttavia, i parties nelle case di nord Teheran sono scatenati: alcool, sesso, droga ma è solo una piccola parte del paese. In Iran tutto è doppio: c’è un’immagine per quando sei a casa ed un’immagine per quando sei in strada. Questo per la borghesia perchè la massa degli iraniani resta molto conservatrice. Purtroppo gli europei che vanno lì si fanno l’idea che l’Iran voglia cambiare, che presto sarà tutto diverso perchè i contatti che i viaggiatori hanno con i locali sono con gente istruita, ricca e che parla inglese ma non è il paese. La maggioranza, ripeto, è estremamente conservatrice. Nella casa tipica iraniana, se si è invitati e capita ogni giorno volendo, non si vedono le donne. La vita è separata. La mia opinione è che non cambierà facilmente.

 

Le donne vestono con il burqa?

No, ho visto costumi più estremi a Damasco o a Srinagar, in Kashmir di quanto abbia visto in Iran. In Iran vedi sempre il viso delle donne che però vestono in nero, con una tunica nera che le copre da capo a piedi, polsi e caviglie comprese. Possono rimanere fuori mani, piedi e volto. In certe città grandi, dove esiste la classe media, si può capire la tendenza politica di una famiglia guardando il velo delle loro donne. Più il velo cade, più capelli si mostrano, più la famiglia è liberale. Ma, ripeto, sono minoranze. Sono impressionanti i giorni di Ashura, quando per ricordare il martirio dell’Imam Hussein la gente usa flagellarsi e sono migliaia e migliaia, in ogni città: donne, uomini, lamentazioni collettive, una sorta di isteria generalizzata. Cosa che va avanti nonostante le posizioni del regime che sarebbe molto severo: nessuna manifestazione pubblica di nulla ma non riescono a fermarla.  È una cosa molto legata alla loro tradizione. La stessa cosa vale per il capodanno persiano, il 21 di marzo, con il solstizio di primavera. Viene festeggiato anche dai kurdi. È simile al nostro Natale. La settimana prima si accendono fuochi e la gente li salta. È anche un po’ pericoloso perchè dopo aver saltato i fuochi ci sono petardi come a Napoli. Il governo prova ad abolirlo da quando è in carica ma non ci riesce. L’idea del governo è di cancellare qualunque traccia pre-islamica. A scuola non si studia la Persia. Non c’è una via Cirio o Dario. Addirittura l’Ayatollah Khalkhali, soprannominato il “giudice impiccatore” aveva mandato i bulldozzer a distruggere Persepoli, il più bel sito archeologico di tutto il paese. Fortunatamente i contadini hanno respinto i bulldozzer a sassate ma ci hanno provato più di una volta.

 

Il capodanno tradizionale può essere accostato a feste come Holi in India?

 

Holi è una festa pazza. In India la follia è tollerata anche a livello religioso. In Iran non esiste nulla di simile, momenti catartici così forti. La parola d’ordine è: controllo!

 

A livello economico quale è la situazione paese?

Questa è una cosa che solitamente sconvolge gli europei: in Iran non c’è povertà. Il governo sovvenziona i poveri con cibo e denaro dalla vendita del petrolio, creandosi così una buona base di consenso. Il paese, comunque, produce. Al di là del petrolio, il paese fa macchine ad esempio, le vendono in India, collaborano con Peugeot e Renault, ha qualche problema sull’industria aereospaziale per via delle sanzioni. Ora poi, come sappiamo, c’è un deciso programma nucleare in corso. È molto sentito anche dal popolo. L’Iran è un paese ordinato e dunque la gente si chiede: perchè il Pakistan può avere l’atomica e noi non possiamo produrre energia? Il Pakistan è un paese delirante, in Iran c’è ordine. In Iran non c’è terrorismo e ci sono cose che possono essere positive. Ad esempio ospita circa 2 milioni e mezzo di profughi afghani. Chi fa questo? Solo loro! Poi la condizione dei Kurdi, in Iran, è decisamente migliore che in Turchia o in Siria. La regione si chiama Kurdistan, esiste un canale in kurdo, non esiste divieto di chiamarsi kurdi e nei prossimi anni c’è un programma di inserire la lingua kurda nell’insegnamento scolastico. Il sistema scolastico iraniano è probabilmente il migliore dell’Asia, gratuito e garantito per tutti e lo stesso il sistema sanitario. Il clero ha ucciso la libertà di espressione ma ha livellato la condizione ricchi-poveri in maniera notevole. Leggendo i resoconti dell’Iran dello scià ci si rende conto di quanti passi avanti si siano fatti da un punto di vista sociale.

 

Vuoi dirmi qualcosa della figura di Khomeyni, come viene vissuta oggi nel paese?

 

Khomeyni è dappertutto, su ogni muro e ti guarda…ed è incazzato nero! E’ ovunque, Khomeyni e Khamenei. Khomeyni è un duro, non sorride mai. È un censore, lo vedrei bene a capo dell’inquisizione spagnola. Sicuramente non lo riesco a considerare un leader per l’emancipazione dei popoli. La maggioranza silenziosa lo ama e la parte progressista della popolazione lo detesta. È molto difficile non parlare di politica in Iran perchè loro vogliono parlare di politica ma bisogna stare attenti perchè parlare male di Khomeyni significa essere messi sul primo volo e non ritornare mai più in Iran.

 

Mi vuoi dire qualcosa della vita religiosa? Immagino le giornate cadenzate dal richiamo alla preghiera, moschee ovunque…

Sì, moschee ovunque. Vengono spesi milioni di euro di soldi pubblici in costruzione di moschee anche se la percentuale di gente che va in moschea anche solo il venerdì è molto bassa. Un po’ come noi con la messa. Una sorta di disaffezione genereale. La maggior parte delle persone continuano a ritenersi sciite ma soprattutto a livello culturale.

 

Mi vuoi raccontare qualche esperienza che hai avuto nel paese, qualcosa che ti ha particolarmente colpito?

Una volta ho visto un pestaggio a sangue da parte della “polizia religiosa”. Li chiamano “i guardiani”. Girano in giacca di pelle per tutte le città, vigilando che i dettami del libro vengano rispettati. Una volta li ho visti massacrare di botte un ragazzo senza che nessuno muovesse un dito per fermarli. Un’altra volta due ragazze molto belline ci hanno fermato per strada a me ed un mio amico. Ci hanno invitato a casa loro. Noi abbiamo accettato, come sempre, credendo di trovare i genitori, come in altri casi. Invece erano solo loro. La loro intenzione era di perdere la verginità con noi. Avranno avuto 18-20 anni. Noi abbiamo rifiutato, non puoi rovinarti la vita per una notte di piacere! C’è la pena di morte per i cristiani che abbiano rapporti sessuali con musulmane. La pena di morte è per apostasia e per rapporti sessuali tra persone che non sono della stessa religione. C’è la pena di morte per entrambi: per le donne per lapidazione e per l’uomo per impiccagione. È famosa la storia di un tedesco, trovato in intimità con una donna musulmana. È stato condannato a morte e poi salvato in corner dalla comunità musulmana tedesca. Hanno fatto una lettera falsa al regime iraniano, sostenendo che il ragazzo era convertito. Si è dunque salvato ma è da dieci anni in galera e se ne deve fare altri dieci e se li farà tutti perché in ogni caso i rapporti extramatrimoniali sono vietati, anche tra correligionari. Hai questo lato decisamente spaventoso ma c’è anche una relativa tolleranza, su altri fronti. I cristiani hanno le loro chiese, il loro seggio in parlamento ed anche gli ebrei, venticinquemila ebrei iraniani, la più grande comunità ebraica fuori israele. Ogni tanto si vede il rabbino-capo in televisione che condanna il regime sionista insieme ad Ahmadinejad. Non è stata una condanna spontanea. Famosa poi la storia di Ahmadinejad in visita alla Columbia University che, in risposta alla domanda di una giornalista sull’oppressione dell’omosessualità ha risposto: non esiste oppressione dell’omosessualità perchè non esiste omosessualità in Iran. 

 

Da quello che dici verrebbe fuori l’immagine di un paese che potrebbe quasi essere definito “una dittatura illuminata” nel senso che hanno dei punti fermi su cui sono molto duri però su altri aspetti sono un paese “relativamente evoluto”. Per quanto riguarda la povertà e le diseguaglianze sociali credo che si debba essere molto critici con un paese come l’India, ad esempio, laddove l’Iran mi sembra abbia qualcosa da insegnare al riguardo.

Potremmo definirla una “teocrazia socialista” o “socialisteggiante” ed è qualcosa di particolare. Non bisogna tuttavia dimenticare che è prima di tutto una teocrazia dunque la libertà religiosa è garantita alle tre religioni monoteiste: agli zoroastriani, ai cristiani ed agli ebrei perchè così è scritto nel Corano ma per i Baha’i: tolleranza zero e persecuzione costante. Il Bahaismo è nato in Iran. Sono centinaia di migliaia i Baha’i iraniani e vivono in una condizione disperata: arrestati, lapidati, massacrati senza motivo. Non esistono buddisti nè hindu. L’idolatria non è tollerata, dunque un indiano non ha diritto di culto in Iran. Meglio comunque dire di essere hindu che dire di essere ateo. Questo è inaccettabile. La negazione dell’esistenza di Dio è punibile con la morte. Ripeto: è un paese duro, l’allegria è vietata e dunque ogni cosa che sia divertente, piacevole, è illegale. L’impronta che Khomeyni ha dato il paese è simile a quella del frate de Il Nome della rosa. La sobrietà è la più importante tra le virtù. Ho sentito storie tremende: uno sloveno stava con ragazze e ragazzi iraniani. Hanno bussato alla porta, erano i guardiani: niente sesso, niente alcool, niente di niente ma le ragazze erano senza velo. Sono stati arrestati, lo sloveno si è fatto due giorni di cella, i ragazzi e le ragazze sono finiti sotto processo per comportamento antiislamico, lui dopo i due giorni di cella è stato espulso.

 

Dunque non c’è un locale dove bere un thè o qualcosa del genere?

No e sono state chiuse le sale da fumo. Fumare il narghilè oggi è illegale nei luoghi pubblici. Le fumerie erano luoghi di socializzazione dunque sono state chiuse. La gente deve stare in casa e vedere la peggiore televisione del mondo, super di regime e super noiosa perchè, su tre canali, due presentano sempre, costantemente, preti che parlano. All’ora della preghiera tutto è interrotto, anche se ci sono gli ultimi 5 minuti di partita di calcio, vengono oscurati dal momento della preghiera, con immagini di moschee e via dicendo.

 

Per quello che tu hai percepito, come si relazionano gli iraniani con l’Occidente?

A livello politico la maggioranza non ama l’attuale regime americano e se ne frega di Israele, è come se non esistesse per loro. Non amano gli arabi, loro sono persiani e detestano gli arabi. La peggior cosa che puoi fare è chiamarli arabi, è intollerabile per loro. Definiscono gli arabi esattamente nel modo in cui un italiano ignorante chiama i marocchini. Per quanto riguarda il singolo visitatore, non ho mai visto una popolazione così esterofila. Amano visceralmente gli stranieri. Se ti siedi per 5 minuti in un parco ti invitano a cena. Non ho mai visto un’ospitalità così vasta, con tutto che sono stato a lungo nel mondo arabo che è proverbialmente ospitale ma non c’è paragone. Hanno una specie di galateo che li obbliga a darti tutto ciò di cui necessiti. In Iran un viaggiatore può vivere gratuitamente. Nel mio primo viaggio su 30 giorni ho avuto 20 inviti a cena. Tutti accettati. Se ti invita una donna è un casino ma se ti invita una famiglia o una ragazza che però ti porta in famiglia non ci sono problemi. Insisto sul fatto che bisogna stare attenti sul fronte delle relazioni con donne locali. Ricordo una volta: un ragazzo sardo arriva nell’albergo dove lavoravo mano nella mano con una ragazza iraniana, si siedono sul divano, iniziano a baciarsi ed il mio capo mi ha mandato di corsa a dire loro di smetterla. Lui non sapeva nemmeno che erano illegali certe cose. Io gli ho detto: guarda che qui bene che ti vada, nel momento in cui baci una donna in pubblico, c’è la frusta. Neanche marito e moglie possono baciarsi in pubblico. Si dice che la prossima guida religiosa, dopo Khamenei, sarà il capo dei giudici che è molto peggio.


Questa intransigenza sul fronte della sessualità vale anche per coppie di turisti? Ad esempio, può una coppia di ragazzi dormire insieme, in albergo, non essendo sposati?

Io ho avuto una ragazza spagnola in Iran e, dicendo che eravamo sposati, abbiamo potuto dormire insieme. La donna mantiene il cognome di famiglia, in Iran, dunque si può dire facilmente di essere sposati anche se non lo si è. Con gli stranieri non entrano troppo nel merito ma naturalmente non bisogna fare effusioni in pubblico, laddove se stai con una donna iraniana davvero è la fine. Infatti si dice che gli iraniani siano condannati al sesso anale quando sono giovani. Le ragazze non possono perdere la verginità, non si sposano più altrimenti. La ricostruzione dell’imene è un grande business in Iran, assieme alla ricostruzione del naso. Le ragazze hanno tutte le stesso naso (lo chiamano “il naso standard”) perchè è una delle poche cose che possono mostrare dunque deve essere perfetto!
La cosa paradossale, in ultimo, è che in Iran la prostituzione è legale…con i matrimoni temporanei. Possiamo dunque dire (ed è una critica diffusa al paese) che in Iran esista una forma “legale” di prostituzione e che a gestirla siano i preti. Esistono molte ragazze, molte vedove, disponibili a farsi sposare per un’ora, per un mese, per un anno…e, poi, altrettanto disponibili a divorziare. Per l’omosessualità, invece, c’è la pena di morte. L’omosessualità femminile non è perseguita perchè non viene considerata tale.


Sbaglio o c’è la pena di morte anche sulle droghe?

La pena di morte sulle droghe non è applicata praticamente. Si paga ed è il paese con il più alto numero di tossicodipendenti al mondo, data la vicinanza con l’Afghanistan. C’è un’enorme diffusione dell’oppio, lo si trova a prezzi nemmeno considerabili. C’è anche un ottimo hashish. L’uso di droghe è più tollerato dell’uso di alcoolici, un po’ come in India, non è vietato dal libro. Nel Corano non c’è nessun esplicito divieto al fumo ma c’è un esplicito divieto dell’alcool.

 

Ok, mi vuoi parlare degli altri paesi islamici che hai visto?

Ti posso fare l’esempio di quando ho preso il treno Teheran-Damasco. Quando sono arrivato a Damasco mi è partito un sorriso da orecchio a orecchio perchè si vedevano i capelli delle donne e la birra nei chioschi. Si tira un respiro di sollievo. In Siria governa il partito Baath. Il paese è molto vario, il 20 per cento della popolazione è cristiana. Il regime è di confessione alauita che è una sottoforma dello sciismo molto liberale. La più liberale tra le diverse versioni dell’Islam. La Siria è un paese da scoprire. Tra tutti i paesi del Medio Oriente, la Siria è quello che consiglio di più. Ha belle città, è verde ed ha il deserto, ha rovine romane, il mare, città vecchie come la città vecchia di Damasco e di Aleppo, castelli dell’epoca crociata, è davvero un gran paese la Siria. La situazione dei costumi sessuali è molto più libera e molto più castigata, allo stesso tempo. Nella città vecchia di Damasco ci sono dei club al venerdì sera dove ci sono ragazze cristiane o musulmane alauite del tutto scatenate, in top, minigonna, ballano e bevono mentre ad Aleppo vedi donne con il burqa nero. Hai una varietà immensa in Siria, è il paese più vario del Medio Oriente. È anche un paese liberale per quanto la famiglia mantenga sempre un ruolo centrale. Non esiste una propria libertà personale come in Europa ma se compari con la Giordania o con l’est della Turchia, in Siria si sta meglio.

 

Da un punto di vista economico come se la passano i siriani?

In Siria c’è più povertà che in Iran ma è difficile chiamarla tale dopo aver visto il Nepal o l’Uttar Pradesh (stato dell’India del nord tra i più poveri del subcontinente). È comunque una povertà più dignitosa e più pulita, comparata con questa in India.

 

Lo stile di vita della gente?

La gente fa più vita sociale, la sera si diverte ma non tutti, alcuni vivono più classicamente alla medio-orientale. Stanno in casa, la sera, guardando una televisione migliore di quella iraniana. È una tv molto varia, con il satellite legale. Anche internet funziona molto meglio anche se molti siti sono bloccati, soprattutto facebook e myspace perchè sono veicoli di comunicazione che potrebbero istillare il seme di contestazione al regime.

 

Della Turchia che mi dici?

È  un paese molto vario, nella stessa Istanbul hai molte anime. Hai quartieri come Taksim e come Sultanahmed che sono Europa, al 100%. Altri quartieri, a pochi chilometri di distanza, come Fener, Balat sono molto tradizionalisti. Non parliamo dell’est del paese. È molto tradizionale e lì è estremamente difficile la convivenza tra turchi e curdi. Sono stato in città come Sanliurfa dove l’odio è palpabile.
Questo non accade in Siria, la tensione religiosa tra cristiani e musulmani non esiste per cui quasi un milione di cristiani iracheni si stanno trasferendo in Siria, dato che il regime protegge la convivenza pacifica nel paese. Questo è senz’altro un punto a suo favore.

 

A livello economico sono paesi cari?

La siria è molto economica, più o meno economica come l’India. L’Iran, invece, è addirittura più economico dell’India. La Turchia senz’altro più cara, un po’ meno cara dell’Italia. Israele è un paese particolarmente caro, da qualche parte è addirittura più caro degli Stati Uniti. In realtà non sono stato molto in Israele ma se vuoi ti posso dare una mia impressione. Ho diversi amici ad Israele. Sono stato a Tell Aviv ed ho fatto un po’ di vita europea. Poi sono stato a Gerusalemme ed è veramente una città tagliata con il coltello: cristiani, musulmani ed ebrei. È un luogo da vedere…non posso dirti molto ma una cosa che mi ha impressionato è l’alto numero di ragazzini armati: controllo costante; non è un paese rilassato! L’incomprensione è amplissima. Anche i miei amici israeliani, ragazzi normali, quando si arriva a parlare di arabi non ragionano più. La cosa più brutta è che non si conoscono in verità. Nessuno di loro conosce veramente un arabo ma, non si sa perchè, li odiano. Mi sono fatto cinque ore al confine di interrogatorio: perchè sei stato in Iran, perchè sei stato in Siria. Sono riuscito ad entrare solo perchè i miei amici hanno garantito per me. Mi hanno chiesto di tutto, dalle mie opinioni politiche, notizie sulla mia famiglia, perchè sono stato in Iran, perchè sono stato in India, se ho amici iraniani, che cosa penso dei palestinesi. Mi hanno fatto ripetere dieci volte lo spelling del mio nome. Conviene andare in Israele con un bel passaporto nuovo. I problemi non ci sono, molto, con Giordania ed Egitto ma con altri paesi arabi i problemi sono praticamente insormontabili.

 

Quali sono i tuoi progetti prossimi di vita?

Adesso tornerò in Italia per un certo periodo poi credo che farò l’emigrante, starò con la mia attuale ragazza coreana naturalizzata americana. Lei probabilmente verrà qui in India a fare del volontariato, io la raggiungerò, abbiamo in progetto di andare in Sri Lanka per poi andare in America. L’idea è rimanere in America uno o due anni a lavorare per poi ripartire. Io, proponendomi come cuoco, trovo da lavorare facilmente. La cosa che mi intimorisce un po’ è che quando ti sei preso la malattia del viaggio è difficile fermarsi. Non mi vedo proprio nuovamente fermo a Venezia. In Italia, quando ci sono, lavoro molto duro ma la cosa che più mi scoraggia del nostro paese non è quella, è che l’Italia è una dimensione troppo ridotta. Entrando in contatto con il mondo di fuori ti rendi conto quanto provinciale sia l’Italia. Il mio progetto di vita, ora, è nomadico: il mio lavoro è spendibile ovunque come, in certa misura, il lavoro della mia ragazza (insegna inglese e coreano). Dunque credo che resteremo un bel po’ in viaggio poi, quando avremo qualche soldo in più e magari un bambino in arrivo sarà forse tempo di sedentarizzarci.