Progetto Sole Mare Terra

Posted in Comunità intenzionali ed ecovillaggi

 

Un Eco-Villaggio in Co-Housing in provincia di Ascoli Piceno (Progetto-proposta di un gruppo di cittadini pentiti in marcia verso la campagna).

 

Premessa

A volte la propria vita sembra una gabbia dalla quale risulta impossibile uscirne, a volte sembra che per cambiare vita sia necessario andare all’estero oppure trasferirsi in fantomatiche isole deserte (o quasi)… Niente di tutto ciò, si può cambiare vita, “comodamente”, rimanendo in Italia, ma in campagna, in co-housing, in poche parole in un Eco-Villaggio. Scegliere di vivere (anche per un breve periodo) in una comunità piccola come un Ecovillaggio è indubbiamente una scelta coraggiosa ma che non implica rinunciare alla modernità della nostra epoca. Se ad un certo punto della vostra esistenza sentite il bisogno di staccare, di cercare un percorso introspettivo o più semplicemente di cercare un lavoro diverso, probabilmente è giunto il momento di pensarci. Il nostro invito si rivolge a tutti coloro che non vogliono invecchiare, o morire, in città. Vogliamo realizzare una piccola comunità di famiglie che decidono insieme di iniziare un percorso in cui la campagna e il ritmo lento della natura diventino parte integrante della loro vita. Vogliamo cercare, riscoprire e valorizzare un rapporto esclusivo con la terra, ricreare l’atmosfera delle case coloniche di un tempo, in cui prevaleva l’aiuto reciproco e la solidarietà, per coniugarla con i concetti moderni di sostenibilità ambientale, economica ed energetica. In poche parole: la tecnologia al servizio dell’uomo e dell’ambiente, e non viceversa. Un Co-Housing moderno, del tutto simile ad una gestione condominiale, ci permetterebbe di acquisire insieme terreni e casolari: ognuno contribuirebbe con una propria quota d’investimento ma la proprietà acquistata rimarrebbe nella sua piena e totale disponibilità. La gestione in Co-Housing ci permetterebbe di mettere in comune alcuni servizi (serra, attrezzature per la produzione del vino o per la lavorazione dei campi, pozzi o bacini per l’irrigazione, impianti per la produzione di energia rinnovabile, ecc…) che, oltre a far risparmiare denaro e a razionalizzare i costi, consentirebbero di ottenere un utile. Eco-villaggio dunque, come paradigma di tutto ciò verso cui ci muoviamo, l’insieme degli obiettivi della nostra ricerca. Ecovillaggio come modello sociale visibile e aperto; centro di vita quotidiana, di educazione e cultura, di attività produttive “rinnovabili”. La differenza tra la nostra impostazione e una banale “vita condominiale rurale” sarebbe data dal fatto che l’Azienda Agricola che verrà costituita avrebbe l’incarico, come preciso compito statutario, di gestire i beni e le parti comuni ispirandosi ai principi di solidarietà, di rispetto reciproco, di attenzione verso l’ambiente contando sull’autoproduzione e sull’utilizzo esclusivo di energia rinnovabile. Concetti, questi, espressi nei libri La Decrescita Felice e La Città del Sole, di cui è possibile saperne di più visitando il sito attivato per far conoscere il presente progetto: www.vieniavivereincampagna.it.

 

L’Azienda Agricola

Non è ancora molto chiara la struttura legale che potrebbe regolare il cohousing e di conseguenza questo è uno dei punti da approfondire. Trattandosi però di casolari, terreni e coltivazioni viene naturale pensare, all’interno di un ordine più generale, ad una azienda agricola. La Società Agricola Semplice permette di usufruire delle agevolazioni fiscali per l’acquisto del fondo e degli annessi, riducendo a una quota fissa le tasse di registro e ipotecaria più 1% per la tassa catastale.

 

Acquisto del terreno

La Società Agricola gode della riduzione dell’imposta di registro e ipotecaria in misura fissa (€ 129,11) e della riduzione dell’imposta catastale all’1% sull’acquisto del terreno in qualità di Imprenditore Agricolo Professionale (IAP), al posto delle aliquote ordinarie che complessivamente ammonterebbero a circa il 18%. Nell’ipotesi di gestione in cohousing del terreno, ogni nucleo familiare disporrebbe di una unità abitativa di proprietà e avrebbe una o più quote dell’Azienda Agricola (con un minimo ed un massimo di quote da definire), la quale gestirebbe tutte le parti comuni. L’acquisto di una o più quote è condizione essenziale per partecipare, con pari diritti dei residenti, alla vita dell’azienda agricola. E’ importante che le persone che abiteranno nell’Eco-Villaggio siano “coinvolte” nella condivisione di esperienze, motivazioni, attività, oltre che di spazi fisici. E’ altresì utile suddividere le attività lavorative in modo che ogni nucleo familiare abbia una persona che lavori nell’Azienda Agricola, così che tutti siano coinvolti nei problemi della gestione del podere e delle attività remunerative che verranno avviate. Allo stesso tempo ogni nucleo sceglierà se e come integrare il proprio guadagno proveniente dall’attività agricola con un lavoro esterno (anche se in fase di avvio dell’azienda agricola questa sarà piuttosto una necessità).

 

Le coltivazioni

Per la coltivazione della terra si farà riferimento all’agricoltura naturale che favorisce la sinergia tra gli organismi viventi di un sistema ecologico, azzerando l’input energetico da fonti non rinnovabili. In questa visione si integra perfettamente la pratica agricola con l’allevamento di piccoli animali, utilizzando le deiezioni per la concimazione organica e l’innata capacità di alcune razze di galline di razzolare nutrendosi di insetti dannosi. Partendo dalla tradizione agricola del territorio, saranno piantati e coltivati (ad uso alimentare prevalente della fattoria e/o eventualmente della struttura agrituristica) alberi da frutto, vite (da tavola e da vino), olivo, cereali, patate e ortaggi. Per la vendita viene ipotizzata la coltivazione della lavanda e di erbe aromatiche per la produzione di olii essenziali. Ciò è possibile perché sono presenti sul territorio alcune piccole aziende agricole, dotate di attività ricettive, che hanno già sviluppato una notevole esperienza in tale settore dedicando parte dei loro terreni alla coltivazione della lavanda. La loro fiducia nello sviluppo di tale attività li ha portati a investire per dotarsi di attrezzature e strumenti (trattore, distillatore e altro) per la raccolta e la trasformazione del prodotto da vendere al cliente finale oppure ad aziende operanti nel settore del benessere. Con loro sarebbe possibile collaborare o, addirittura, consorziarsi.

 

Il terreno (descrizione)

Il terreno ha una estensione di 3.3 ettari e si trova nell’entroterra di Cupra Marittima a circa 3.5 km dal mare. Ha una posizione panoramica ed un’ottima accessibilità essendo confinante con una strada provinciale. E’, in massima parte, semipianeggiante (parte alta, ad ovest); una piccola parte è più pendente (parte bassa, a sudest). E’ sempre stato adibito alla semina di cereali ed alla coltivazione di ortaggi, gli unici alberi attualmente presenti sono circa 50 piante di ulivo.

 

Le abitazioni le scaldiamo con il sole e le raffreddiamo con la terra

Vista la mancanza di ruderi o casolari sul terreno, verranno costruite ex-novo casette monofamiliari oppure, in mancanza dei necessari permessi alla costruzione di più casette, si procederà alla costruzione di un unico edificio con la necessaria volumetria per i nuclei familiari coinvolti. Case in paglia, terra cruda, legno o strutture più tradizionali (purchè in bio-edilizia) sono possibili opzioni. Ciò permetterebbe di utilizzare materiali naturali prodotti direttamente in azienda. Ogni famiglia avrà un proprio spazio intorno all’abitazione, che si gestirà in modo totalmente autonomo e indipendente. Le case saranno costruite o ristrutturate con l’ausilio delle più moderne tecnologie, volte ad abbassare il loro consumo energetico e a rendere salubre l’ambiente interno attraverso un’attenta scelta dei materiali. La sfida, infatti, non è solo quella di costruire e vivere secondo criteri basati sull’ecologia e sulla sostenibilità ma anche di poterlo fare senza rinunce di nessun genere, con costi più bassi rispetto a quelli che la società dei consumi e dello spreco ci propone ogni giorno per le stesse cose. La gestione dell’energia è il terreno ideale per applicare il concetto di “decrescita”. Agire sul consumo delle case è infatti solo il primo passo che va necessariamente completato con l’ottimizzazione dei flussi energetici e con l’eliminazione degli sprechi. Entrambi gli obiettivi possono essere facilmente raggiunti con gli “accumulatori di calore” (servono a ri-fasare produzione energetica e consumo quando, come nel caso dell’energia solare, sono per la maggior parte del tempo sfasate) e con il possibile utilizzo del calore di scarto del “forno per il pane” della comunità e dei “caminetti a legna” di cui ogni abitazione sarà provvista. Le case avranno un impianto solare fotovoltaico e uno termico, dimensionati entrambi per renderle totalmente autosufficienti sia per il riscaldamento invernale, sia per la climatizzazione estiva. In particolare per quanto riguarda il solare termico si punterà sul sovra-dimensionamento, esso risulta essere molto conveniente d’inverno (in quanto riesce a fornire alla casa buona parte del suo fabbisogno termico) ma, in assenza di consumo, potrebbe creare grossi problemi d’estate perché l’impianto fornirebbe una eccessiva quantità di calore che farebbe salire la temperatura dell’impianto molto oltre i 100 °C. La scelta del sovra-dimensionamento dell’impianto solare va accompagnata alla scelta di un opportuno “accumulatore di calore stagionale”. La sua funzione è quella di accumulare il calore in eccesso durante l’estate per ridarlo alle case d’inverno. In generale, tali dispositivi, considerati nella loro formulazione tradizionale, avendo il volume di una media piscina (100-150 m3), comportano il rientro dell’investimento in tempi lunghi perché assolvono ad una sola funzione: l’accumulo del calore. Nel nostro caso la proposta riguarda la costruzione di una grande piscina di acqua calda, come momento di aggregazione e di svago per i co-housers, che avrebbe contemporaneamente, come ricaduta, la possibilità di accumulare d’estate le grandi quantità di calore in eccesso prodotte dagli impianti solari. Il duplice utilizzo, come piscina e come accumulatore di calore, giustifica senz’altro l’investimento. Per quanto riguarda il condizionamento estivo, la soluzione più conveniente offerta dal mercato è rappresentata dalle pompe di calore aria-aria che negli ultimi anni hanno avuto una larga diffusione. Purtroppo hanno almeno tre grossi limiti: a) sono anti-estetiche perché comportano l’utilizzo di un grande condensatore esterno e tanti “split” interni pari al numero delle stanze, b) anche se i prezzi continuano a diminuire, la spesa per un impianto completo in una casa singola ha ancora un costo considerevole e potrebbe aggirarsi tra i 5.000 € e i 10.000 €, c) hanno un consumo notevole di corrente elettrica, di conseguenza bisogna affrontare un’ulteriore spesa ogni anno in funzione, naturalmente, delle ore di utilizzo. La nostra proposta si basa su un sistema molto semplice ed efficace che affonda le sue radici nella cultura contadina di molte parti del mondo, esso assurge a vero e proprio sistema di condizionamento con Palladio (architetto del XVI secolo) che ne parlò diffusamente nei suoi Quattro Libri dell’Architettura. A Costozza, sulle pendici dei monti Berici, una decina di chilometri a sud di Vicenza, furono costruite sei ville, a partire dal 1550, che sfruttano tuttora lo stesso sistema di raffreddamento. I locali interni furono collegati a cavità e condotti sotterranei, naturali ed in parte anche artificiali, chiamati “còvoli”, che fornivano d’estate l’aria fredda necessaria a climatizzare l’ambiente. La temperatura dell’aria nei còvoli si aggira intorno agli 11-12 °C durante tutto l’anno. I ventidotti, o canali di ventilazione, che collegano i còvoli alle ville di Costozza, sono lunghi sino a qualche centinaio di metri, e vanno a sboccare nelle cantine. Da qui, l’aria fresca penetra nei locali d’abitazione attraverso rosoni di marmo traforati, posti nei pavimenti. L’aria si rinfresca così di una decina di gradi (in uno dei vari monitoraggi si è misurata addirittura una temperatura interna di 16 °C quando l’aria esterna era a 33 °C). Nel nostro caso non abbiamo a disposizione i còvoli ma possiamo costruire qualcosa di molto simile interrando dei tubi di diametro opportuno e costruendo una rete che, attraverso dei ventilatori, porti l’aria fredda nelle nostre case. In alternativa è possibile utilizzare l’acqua del pozzo, prelevandola ad una profondità di circa 6 metri (la cui temperatura è di 10-14 °C) e facendola passare in uno scambiatore acqua-aria al fine di ottenere l’aria fredda necessaria per il condizionamento estivo delle abitazioni. Sistemi del genere, a differenza delle pompe di calore, hanno un consumo di energia elettrica molto basso in quanto gli elementi attivi sono pompe o ventilatori che, nella maggior parte dei casi, hanno potenze < 100 W.

 

Piscina di acqua calda

L’investimento per la costruzione della piscina, come anticipato al punto 6, si giustifica con il fatto che viene ripagato dall’utilizzo che se ne farebbe come accumulatore di calore. Il periodo per fare il bagno in piscina potrebbe essere limitato solamente alla primavera-estate (per circa sei mesi) oppure esteso a tutto l’anno. Nel primo caso sarebbe una semplice piscina scoperta che si riscalderebbe lentamente per i sei mesi di utilizzo e verrebbe chiusa ad ottobre con una copertura isolante, nella parte superiore, per evitare l’evaporazione e la conseguente perdita di calore. Da fine ottobre e per tutto l’inverno funzionerebbe come accumulatore di calore dal quale le abitazioni circostanti preleverebbero l’energia necessaria. Nel secondo caso (periodo di funzionamento, come piscina, esteso a tutto l’anno), sarebbe necessario chiudere lo spazio intorno alla piscina con una struttura, magari con pareti scorrevoli, al fine di tenerle aperte nei periodi caldi e chiuderle d’inverno. E’ facilmente comprensibile come in questo secondo caso i costi sarebbero maggiori ma immaginiamo essere assolutamente sopportabili se suddivisi tra tutti i co-housers.

 

Un forno a legna della comunità, auto-costruito in argilla, per il pane

Il forno a legna è la soluzione ideale per cucinare il pane. La distribuzione del calore, l’assorbimento dell’umidità, la dispersione di anidride carbonica e, non ultima, l’intensità degli aromi tipica del forno a legna, non trovano eguali negli altri sistemi di cottura. Si provvederà alla costruzione del forno comune con mattoni ancora crudi e malta di argilla. All’esterno della volta a parabola del forno sistemeremo un lungo tubo di rame avvolto a spirale su tutta la superficie. Dentro questo tubo un liquido trasferirà il grande calore prodotto dalla volta per alimentare il sistema di riscaldamento attraverso l’accumulatore di calore (piscina di acqua calda). Il calore residuo, che il forno irradia ancora a lungo, dopo la cottura, può servire per essiccare frutta, ortaggi, fiori ed erbe riposti su griglie o cannucciati.

La cottura nel forno può avvenire: 1) a forno aperto e a fiamma viva. Con le braci accostate su un lato del forno, pulito il piano con uno strofinaccio bagnato, si procede alla cottura di pizze, arrosti, farinate, in genere il cibo che viene consumato al momento. 2) A forno chiuso. Dopo che si è terminata la cottura di queste prime vivande, estratte le braci e passato di nuovo lo strofinaccio, si inforna il pane. Le pagnotte sono distese sul piano con un contenitore aperto con acqua per l’umidità. Chiuso il tappo del forno, si attende 40/60 minuti. Una volta sfornato il pane, la temperatura del forno sarà ancora sufficiente per cuocere pesce, verdure, legumi, biscotti.

 

Alcune possibili tipologie di case

Il binomio efficienza energetica e sostenibilità ambientale deve costituire una costante imprescindibile. Non ha molto senso risparmiare energia per il riscaldamento delle case isolandole però con materiali che, oltre ad essere nocivi per la salute, richiedono enormi quantità di energia per essere estratti, lavorati, trasportati e messi in opera, come il polistirolo espanso o il poliuretano. Legno non trattato, calce, terra cruda, paglia e argilla sono materiali da rivalutare per un’edilizia che rispetta la salute e l’ambiente. I vantaggi di questi materiali naturali da costruzione sono molteplici. Oltre a soddisfare largamente lo standard energetico che richiede la normativa, i materiali naturali consentono la salvaguardia dell’ambiente perché garantiscono un fabbisogno energetico contenuto in fase di produzione. Hanno totale assenza di emissioni di sostanze tossiche o nocive e assicurano elevata traspirabilità che garantisce salubrità e comfort. Infine rispondono ad una delle più importanti necessità dell’attuale società: la totale riciclabilità.

 

Casa con struttura in legno

I sistemi di costruzione sono molteplici, è meglio utilizzare per la struttura interna legno impregnato con sali minerali in autoclave (borace), o trattato a mano con borace, olio di lino, trementina, essenze varie. Esistono per la tamponatura pannelli isolanti in sughero, canapa, cotone, paglia, ecc. Nel nostro caso la rifinitura esterna non può assomigliare alle case in legno che fanno parte del paesaggio alpino o di molte parti dell’Europa, il rispetto del territorio, del paesaggio e della cultura del luogo impone l’uso di materiali poveri (quali pietra o mattoni in terracotta) che sono parte integrante delle case rurali di ieri e di oggi.

 

Casa con isolamento in paglia

La struttura delle case potrebbe essere in legno e la tamponatura in paglia. Questa tecnica recente ben si concilia con l’ambiente circostante e permette di usufruire della filiera corta e di una tecnica di auto-costruzione sostenibile. La paglia è facilmente reperibile. Una casa costruita con tale materiale permette di abbattere le emissioni di anidride carbonica in atmosfera, riducendo l’impatto ambientale e creando un ambiente più salutare. A dispetto delle normali credenze, la paglia, quando ben pressata ed intonacata, presenta un basso rischio di incendio, in quanto riduce di molto la presenza di ossigeno al suo interno. Con uno strato di intonaco di almeno 5 cm si può ottenere una dichiarazione antincendio di classe A, (al pari di un muro in cemento di 25 cm), come previsto dalla normativa vigente. La paglia ha un’alta capacità di isolamento, che permette di ridurre i costi di riscaldamento durante i mesi invernali, mantenendo in modo naturale le temperature minime. In una balla di paglia il grado di isolamento termico è di 1,4 volte maggiore che nei muri tradizionali di eguale spessore. Questo grazie alla traspirazione naturale della balla in paglia, che permette la circolazione naturale dei vapori e che abbatte del tutto la presenza di muffe. Anche l’intonaco ha una sua specifica funzione antibatterica. La paglia, scarto dei cereali, ha un costo bassissimo. Grazie alle semplici tecniche costruttive, mediante l’autocostruzione, si possono abbassare ulteriormente i costi della manodopera. Un notevole risparmio inoltre deriva dalla riduzione (fino al 75% rispetto ai muri tradizionali) sul costo di riscaldamento. Una casa in balle di paglia può durare decenni. Va monitorata, come ogni altra casa, ma la paglia non subisce deperimenti significativi a lungo termine. Per un buon risultato, una attenzione particolare si deve porre negli intonaci esterni ed interni che ricoprono la paglia, permettendo la traspirabilità e la protezione dagli agenti atmosferici.

 

Le Acque

L’acqua è un bene comune e una risorsa che non va sprecata, in un eco-villaggio non è possibile prescindere da una sua gestione eco-compatibile:

• utilizzo di sostanze e detersivi ecologici ed innocui per la salute; • riciclo delle acque di scarico dei lavelli della cucina e del bagno, versate negli sciacquoni wc; • convogliamento delle acque scure da wc in una rete filtrante di fosse e vasche biologiche a terra, che produce acqua pulita per gli orti; • riciclo delle acque piovane provenienti da coperture e grondaie, che verranno versate nei serbatoi per l’accumulo di energia (piscina), o usate per l’irrigazione se in eccesso.

 

Alcuni importanti vantaggi che caratterizzano gli Eco-Villaggi

• bassi costi di acquisizione degli immobili perché si acquistano grandi superfici • bassi costi di conduzione • gestione delle risorse in loco per il fabbisogno energetico • riduzione dei consumi • diminuzione della dipendenza dal denaro e dal sistema globalizzato • gestione e condivisione delle risorse comuni • autosufficienza alimentare ed energetica • possibilità di autocostruzione degli edifici • processo decisionale partecipato • risoluzione dei conflitti.

 

Contrada Marezzi 36, 63061, Massignano (AP)
Tel.  347-1477072 (telefonare dopo le 17.30)
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Per approfondire il fenomeno comunitario

 

Quindici anni di studi — in biblioteca e sul campo — sul vivere insieme.
Il quarto di una fortunata serie di testi sull’universo comunitario, ogni giorno più multiforme. Un excursus che, dalle prime comunità essene, giunge alle contemporanee esperienze di cohousing tentando di non trascurare nessuno: esponenti radicali della riforma protestante, socialisti utopisti, anarchici, hippies, kibbutzniks, ecologisti più o meno profondi, new-agers, cristiani eterodossi, musulmani pacifisti e altro ancora.
Una mappatura ragionata — su scala italiana, europea e mondiale — di gruppi di persone che abbiano deciso di condividere, in vario modo, princìpi, ambienti, beni di vario genere e denaro, di comunità sperimentali — spesso ecologiste — dove si sondino le suggestive sfide di uno spazio vitale comune.

 

Manuel Olivares, sociologo di formazione, vive e lavora tra Londra e l’Asia.
Esordisce nel mondo editoriale, nel 2002, con il saggio Vegetariani come, dove, perchè (Malatempora Ed). Negli anni successivi pubblicherà: Comuni, comunità ed ecovillaggi in Italia (2003) e Comuni, comunità, ecovillaggi in Italia, in Europa, nel mondo (2007).
Nel 2010 fonda l’editrice Viverealtrimenti, per esordire con Un giardino dell’Eden, il suo primo testo di fiction e Comuni, comunità, ecovillaggi.
Seguiranno altre pubblicazioni, in italiano e in inglese, l’ultima e di successo è: Gesù in India?, sui possibili anni indiani di Gesù.

 

Leggine l’introduzione

 

Prezzo di copertina: 16.5 euro

 

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