Villaggio Ecologico Granara

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Il Villaggio Ecologico di Granara
Ti aspetta nell’Appennino parmense, nel crocevia tra Emilia, Toscana e Liguria, tra la Francigena e il mare.
Qui l’arte incontra l’ecologia: docce solari, intonaci di terra cruda, biolago, compost toilet, fitodepurazione, orti biologici, educazione alla sostenibilità e alla nonviolenza.
Lentamente abbiamo abitato l’antico villaggio: artigiani di storie, orticoltori oziosi, ingegneri poeti e bambini che imparano liberi.

(www.granara.org)

 

Granara è un caso di “comunità part-time”, dove i membri (fatte salve alcune eccezioni) non vivono ancora stabilmente insieme, pur contribuendo tutti a creare un tessuto comunitario in embrione le cui maglie, più o meno regolarmente (soprattutto in sinergia con le festività e le ferie), si stringono.
Il progetto nasce alla fine degli anni ’80, a Milano.
Una decina di ragazzi, di area politica “libertaria”, decide di mettersi in gioco sperimentando un’alternativa di vita rural-comunitaria.
Si mettono dunque in movimento, alla ricerca di un posto adeguato e, dopo un paio di anni, trovano un vecchio borgo costruito in sasso locale (nella Valle del Taro, vicino alla Fattoria Macinarsi).
Il borgo, abbandonato da un congruo numero di anni, offre otto case in tutto, distribuite tra “Granara di sopra” e “Granara di sotto” e qualcuno inizia a comprare.
Naturalmente i lavori di ristrutturazione non si lasciano desiderare.
Le tecniche adottate sono quelle della bioedilizia e dell’autocostruzione (tentando di valorizzare al massimo i materiali offerti dal territorio) mentre il risparmio energetico è una delle priorità della comunità in embrione.
Sui tetti restaurati vengono montati pannelli solari per l’acqua calda, i gabinetti approntati sono a compostaggio a secco e gli impianti di riscaldamento sono prevalentemente a legna (alcuni con integrazione solare e/o di gas).
Nel tempo il borgo viene integralmente acquistato.

Oggi, al villaggio, esistono gruppi di varia natura che lavorano alla realizzazione di varie attività oltre  alle associazioni Teatro Granara — che da anni promuove un nutrito festival estivo, generalmente di durata settimanale —, Centopassi — responsabile dei campi estivi per bambini in collaborazione con alcune scuole di Milano e dintorni — ed il gruppo di ospitalità (Associazione Alekoslab), che si occupa di formazione ed ecoturismo sociale (per maggior informazioni, visita il sito dell’associazione).

La struttura per l’ospitalità (per soggiorni di  turismo responsabile) è Il Granaio di Granara, in grado di ospitare gruppi e persone in 4 stanze: la stanza della Terra, la stanza del Vento, la stanza del Seme, la stanza del Sole. Ogni stanza è predisposta per aggiungere letti per i bambini. I bagni sono in comune.
Negli ultimi tempi sono stati organizzati, a Granara, seminari su tecnologie appropriate e facilitazione e non violenza e l’agenda è in continuo aggiornamento (clicca qui per saperne di più).
La biblioteca di Granara è stato il primo esperimento comunitario di autocostruzione in terra e paglia. Ospita un piccolo centro di documentazione sull’ecologia che mette a disposizione libri e riviste. La struttura ha un terrazzo in legno, un patio con le amache, mentre davanti c’è un grande prato e un orto/frutteto sperimentale (continua ad essere forte, a Granara, il desiderio di dedicarsi seriamente all’agricoltura biologica, con l’ambizione di raggiungere presto una discreta autosufficienza alimentare). Poco distante: lo stagno di fitodepurazione e il biolago. La biblioteca può essere, naturalmente, usata come spazio di studio, lettura, relax.

Al momento vivono al villaggio, in pianta stabile, 6 adulti e un bambino. Nel progetto Villaggio —  che include residenti, proprietari e persone dei direttivi delle varie associazioni — si arrivano a contare una trentina di persone. Diversamente, inserendo nel computo collaboratori e soci delle diverse associazioni, si arriva a circa 60 persone.
Ogni nucleo familiare, tra i proprietari, ha una propria casa ed una propria economia privata.

Le decisioni operative sul villaggio  e sulle attività vengono prese tramite incontri bimestrali in un consiglio  dei portavoce, mentre le linee di senso, il territorio e la scelta  ecologica vengono discussi in cerchio ad ogni stagione, sia dai membri delle associazioni che dai residenti o dai proprietari delle case non necessariamente promotori di attività.
La dimensione dei gruppi di lavoro tende a spezzettare un po’ il tessuto comunitario. Per bilanciare, i membri di Granara tendono generalmente a condividere i momenti dei pasti ed anche la dimensione del lavoro viene fatta spesso oggetto di condivisione.
Granara non è una realtà isolata sul territorio.
Sono buoni i suoi rapporti con i contadini locali e con altre esperienze di “esodo dalla città” (prime tra tutte la Fattoria Macinarsi), oltre che con la libreria per ragazzi Libri e formiche di Parma.
A Granara inizia, inoltre, ad essere collaudata la collaborazione con lo SCI (Servizio Civile Internazionale) ― attraverso l’organizzazione di periodici campi di lavoro per la sentieristica e la manutenzione degli spazi comuni — e con il SEAD, ente che si occupa del recupero di devianti.
Interessante segnalare, in chiusura, che il gruppo fondatore non ha conosciuto alcuna defezione.
È invece cresciuto il gruppo di simpatizzanti che collaborano in vario modo e quello dei bambini (una dozzina circa) che non manca di vivacizzare il borgo parzialmente recuperato.

 

Villaggio Ecologico Granara
Via Granara 38, 4305 Valmozzola (PR)
Tel. 052567251-052567600.
E-mail villaggio@granara.org
Sito internet www.granara.org
Pagina Facebook
 
 

 

Per approfondire il fenomeno comunitario

 

Quindici anni di studi — in biblioteca e sul campo — sul vivere insieme.
Il quarto di una fortunata serie di testi sull’universo comunitario, ogni giorno più multiforme. Un excursus che, dalle prime comunità essene, giunge alle contemporanee esperienze di cohousing tentando di non trascurare nessuno: esponenti radicali della riforma protestante, socialisti utopisti, anarchici, hippies, kibbutzniks, ecologisti più o meno profondi, new-agers, cristiani eterodossi, musulmani pacifisti e altro ancora.
Una mappatura ragionata — su scala italiana, europea e mondiale — di gruppi di persone che abbiano deciso di condividere, in vario modo, princìpi, ambienti, beni di vario genere e denaro, di comunità sperimentali — spesso ecologiste — dove si sondino le suggestive sfide di uno spazio vitale comune.

 

Manuel Olivares, sociologo di formazione, vive e lavora tra Londra e l’Asia.
Esordisce nel mondo editoriale, nel 2002, con il saggio Vegetariani come, dove, perchè (Malatempora Ed). Negli anni successivi pubblicherà: Comuni, comunità ed ecovillaggi in Italia (2003) e Comuni, comunità, ecovillaggi in Italia, in Europa, nel mondo (2007).
Nel 2010 fonda l’editrice Viverealtrimenti, per esordire con Un giardino dell’Eden, il suo primo testo di fiction e Comuni, comunità, ecovillaggi.
Seguiranno altre pubblicazioni, in italiano e in inglese, l’ultima e di successo è: Gesù in India?, sui possibili anni indiani di Gesù.

 

Leggine l’introduzione

 

Prezzo di copertina: 16.5 euro

 

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